Si è chiusa sabato la XIX edizione delle giornate diBertinoro per l’Economia civile dedicate quest’anno alla "Prosperità Inclusiva". «Un’occasione - racconta Dino Barbarossa, Presidente di Fondazione Èbbene e direttore del Consorzio Sol.Co., che ha preso parte ai lavori - per ascoltare escambiare idee, aspirazioni,  ma anche casi e strategie per dar formaal futuro e costruire un’economia più umana e più sociale».
Un appuntamento che quest’anno s’incrocia con ilpercorso che prepara all’evento "Economy of Francesco", voluto da PapaFrancesco per incontrare giovani imprenditori e changemakers e con loro unpatto per la sostenibilità economica.
«È impossibile - ha spiegato Stefano Zamagni - immaginareprocessi di inclusività senza aumentare la ricchezza ed è solo da unaprospettiva inclusiva che può arrivare la soluzione per una sostenibilità ambientale, sociale e umana».
Mondo accademico, imprenditoriale e sociale insinergia verso un percorso che vede il terzo settore percorrere la stradadell’autonomia da stato e mercato, una strada possibile e necessaria, così comeafferma spesso Zamagni e che all’apertura di venerdì ha richiamato «la necessità per l’uomo di usufruire di una prosperità in tre dimensioni: Amore, Agape eProfitto».
Le tre dimensioni che danno forma ad una nuovaEconomia, l’Economia della condivisione, ove ognuno ritrova una responsabilità in virtù della quale l’individuo non può solo rispondere delle proprie azioniin ragione del ruolo sociale, ma deve farsi carico delle situazioni concrete,rispondendo socialmente "del bene che non ho fatto ed avrei potuto fare".
«Siamo - ha ben spiegato Mauro Magatti, sociologo edeconomista dell’Università Cattolica - in una "metamorfosi" antropologica,economica e istituzionale, che nasce dalla crisi del capitalismo industriale eporta l’economia a connettersi sempre più con la società ».
C’è uno spazio sempre più consistente per"l’uomo artigiano", con il valore aggiunto di una tecnologia che si mette alsuo servizio. Questo spazio non solo rende utile la tecnologia per rinnovareantiche forme di economia, ma evita il rischio sempre latente di una tecnologiache asservisce ed esclude l’uomo.
In questa nuova fase si cerca di creare "valorecondiviso", di ricercare alleanze per generare processi di valore, di far lavorareinsieme singoli e comunità perché la prosperità si ancori alle esigenzeconcrete e abbracci tutti. È la "teoria del castoro" che il già Presidentedell’Agenzia per le Onlus richiama come strada per il Terzo settore, perl’Economia sociale, ovvero agire, creando sì utilità immediata, ma ancheutilità condivisa; integrando l’etica per limitare gli eccessi dellatecnologia.
Due giornate durante le quali la"responsabilità personale" è stata più volte chiamata in causa, basti pensare al lavoro che Leonardo Becchettieconomista dell’Università Tor Vergata ha messo in campo con il "voto colportafoglio" e quindi la capacità del singolo di acquistare responsabilmentecondizionando il mercato. Nuove forme economiche, una nuova etica che nascedalla responsabilità , l’accelerazione e la condivisione delle iniziative dirigenerazione, la cura delle persone e dei territori in cui vivono, sono alcunedelle parole chiave che arrivano da Bertinoro a ciascun operatore sociale, aciascun imprenditore civile, ad ogni cittadino.
Un’esortazione a costruire coesi nuovaeconomia per una nuova comunità . "perché un pensiero cambi il mondo - haconcluso Zamagni - bisogna che cambi la vita di chi lo esprime. E la vitacambia, se cambia insieme, singoli e comunità ".